La festa patronale, popolarmente nota come Festa del Soccorso, si celebra la terza domenica di maggio e il lunedì successivo in onore della Madonna del Soccorso e dei santi compatroni principali, San Severino abate e San Severo vescovo. Essa è caratterizzata da due sontuose processioni, in cui si portano a spalla numerosi simulacri di santi, accompagnate dalle fragorose batterie pirotecniche, dette fuochi, incendiate negli oltre venti rioni al passaggio dei cortei sacri.
San Severo conserva molte delle tradizioni del suo passato. Particolarmente significativi sono i riti tardo-barocchi della Settimana Santa. All'alba del Venerdì Santo tre processioni si avviano contemporaneamente dalla chiesa della Pietà, con l'imponente e sfarzosa statua settecentesca dell'Addolorata (Congregazione della Morte), dalla chiesa della Trinità, con l'effigie lignea del Cristo legato alla colonna (Arciconfraternita del Rosario), e dalla chiesa di Sant'Agostino, con la pesante Croce del Cireneo portata a spalla da penitenti incappucciati (Arciconfraternita del Soccorso); i tre sacri cortei convergono nell'antica piazza del Castello, dove avviene il commovente Incontro: le statue dell'Addolorata e del Cristo "corrono" l'una verso l'altra ma l'abbraccio tra la Madre e il Figlio è impedito dalla Croce, che si pone improvvisamente tra loro. Alla sera del Venerdì Santo, invece, si snoda per le vie della città, dalla chiesa di Santa Lucia, la processione con la toccante effigie di Gesù morto, racchiusa in una fastosa urna barocca, seguita da un'altra pregevolissima statua della Vergine dolorosa (Confraternita del Sacramento).